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Questo articolo sarà diverso dagli altri, preparati. È una riflessione molto intima e intensa, che nasce da anni di condivisione a pieno ritmo con tante donne, professioniste, che cercano di lavorare al meglio su se stesse. Tante volte ci si limita a pensare che, in fondo piangere fa bene, e quindi si fatica a continuare la propria strada personale o professionale. Il pianto è liberatorio, ci connette ad emozioni profonde, ed è un modo perfetto di toccarle vividamente.
Ma non dartelo come scusa, perché fa male a te. E non va bene limitarsi.
Piangere fa bene alla salute: è una certezza
Piangere fa bene alla salute, e non lo dico io, ma medici e studiosi qualificati, ed è chiaro che faccia bene tanto a livello prettamente fisico che emotivo. Infatti, attraverso il pianto, produciamo un ormone, l’adrenocorticotropo (ACTH), che sostanzialmente agisce da antidolorifico naturale che aiuta a gestire i livelli di stress.
Non a caso si dice di sfogarsi piangendo, perché proprio fisicamente riusciamo ad eliminare tossine e negatività, tanto dal corpo quanto dall’anima. Però attenzione che piangere non fa dimagrire, e ricordo benissimo che alcune donne ci cascavano davvero!
Piangi e agisci
Piangere è un conto, piangersi addosso un altro. C’è una linea sottile tra le due cose, e troppe volte vedo le mie donne (le donne che accompagno nei miei percorsi di coaching e mentoring) perdersi lungo la via. Piangere fa bene, e io ne so davvero qualcosa. Per me è un momento di riflessione, di connessione con parti di me assopite dalla velocità quotidiana, e poi è anche scoperta, e ancora, in un certo senso anche amore per me stessa.
Anche la crescita personale può passare dal pianto, perché ognuna di noi avrà un percorso di fatica, o di soddisfazioni più o meno travagliato. Ecco perché è importante vivere questi momenti appieno per quello che sono:
- scoperta di sé;
- evoluzione;
- presa coscienza;
- amor proprio.
Dimmi perché piangi? Di felicità
Come le note di una vecchia canzone, chiedo spesso alle donne che seguono i miei percorsi “Perché piangi?”. Effettivamente, se ci pensi bene, tu perché piangi? Ti sei mai fermata a porti questa domanda?
Non sempre il pianto è connesso a qualcosa di brutto o triste, ci sono anche momenti bellissimi, talmente emozionanti che si traducono in lacrime. Ci sono abbracci ritrovati, traguardi raggiunti, emozioni incontenibili.
Ci sono lacrime dolci e lacrime ben più amare, lo sappiamo bene tutte.
Una scusa è una violenza che fai a te stessa
Piangere fa bene solo nella misura in cui resti uno sfogo, ripeto, una connessione tangibile con il proprio io. Ma quando diventa una scusa, un nascondersi dietro un dito, allora è solo una violenza che stai facendo a te stessa.
Un modo bruttissimo per allontanarti dai tuoi obiettivi, primo su tutti, quello di credere in te stessa!
Se ci pensi bene tu sai già qual è la differenza, e se mi permetto di dirlo è perché ci ho dovuto fare i conti anche io. Fino a quando ti nascondi dietro al pianto, anzi, lo rifiuti e lo rinneghi, rinnegherai anche te stessa.
Accogli le tue lacrime
Accogli le tue lacrime, cucile insieme e fanne un velo bellissimo, un paracadute pronto ad accoglierti, un pezzo della tua unicità formato da goccioline che tolgono qualcosa di negativo ma portano positività e luce.
Attenzione, non c’è niente di brutto nel pianto, è solo rischioso limitarsi a quello, e lasciarsi imprigionare da scuse e zavorre mentali ( sai che tutto può trovare un senso anche grazie alla metagenealogia?).
Fai in modo che questi momenti restino nitidi:
- non vergognarti;
- piangere va bene ad ogni età;
- non buttarle giù;
- affronta e vivi intensamente il momento;
- accogli le tue emozioni.
Ovviamente, siamo sul filo del rasoio, e consiglio sempre di avvalersi di un supporto psico-terapeutico quando ci si sente sopraffatte dalla tristezza, dal pianto, dall’inquietudine.
Sei pronta a ripartire?
Spesso si pensa che dopo il pianto tutto vada a posto da solo, abbiamo come la sensazione di aver già dato, e ci crogioliamo in scuse e dubbi dell’ultima ora. Se avessi fatto così, non sarei arrivata dove sono oggi: cioè ad esser felice e appagata dalla mia vita professionale e personale. Eh, sì, la felicità passa anche attraverso il pianto.
quando guardiamo le vite degli altri ci sembrano sempre perfette, briose e luccicanti, ma ricorda che non sai mai davvero cosa c’è dietro quel riflesso abbagliante. Chi è felice oggi non è detto non abbia versato lacrime ieri.
La verità è che siamo tutte sulla stessa braca, ma dobbiamo decidere la direzione verso cui navigare.
Piangere fa bene, anzi benissimo, non solo è necessario, è parte del gioco
Ma non vuol essere limite ed impedimento, quanto piuttosto:
- mi sfogo e ricomincio;
- butto fuori la negatività e agisco;
- “barcollo ma non mollo” cit.
Connettiti con la tua natura di donna ciclica
Insomma, comincia a pensare al tuo pianto come ad un qualcosa di non limitante, ma piuttosto come ad un momento del tutto “normale e naturale” del nostro essere donne cicliche (fasi lunari e ciclo mestruale: quanto ne sai?). La natura ci mette a disposizione tutto quello di cui abbiamo bisogno, piangere non è un male, è parte di un processo meraviglioso di consapevolezza e crescita: è piangersi addosso senza agire che è una pessima idea!
Accetta, accogli, abbandonati, rialzati.
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