Indice dei contenuti
Di passi ne hai fatti tanti, e finalmente stai emergendo e riemergendo con tutta la tua potenza di donna. Hai anche intrapreso un percorso importante con una coach al femminile, che già senti ti sta portando sempre più vicino al raggiungimento dei tuoi obiettivi.
Ma dimmi la verità: sei ancora trattenuta?! Spesso in consulenza “le mie donne” mi confessano che da tempo avrebbero voluto chiedermi qualcosa, ed è sempre un’emozione quando la fiducia tra noi diventa talmente forte da lasciarsi andare completamente. Così oggi sono qui a dirti che puoi, e anzi devi, porre domande che sono essenziali per arrivare ai risultati!
Facciamo che ti agevolo il compito? Ecco tutto quello che avresti voluto chiedere… o quasi!
Coach al femminile: 5 domande per te
1 Come capire se rivolgermi ad una coach al femminile sia una scelta giusta?
Cara amica, io penso che se hai fatto il passo di contattare una coach al femminile, chiederle una call conoscitiva, e poi sceglierla, di certo avrai avuto modo di ponderare bene questa decisione. Ma qualora tu fossi una tipina impulsiva e “di pancia”, come la sottoscritta, ti lascio qualche spunto di riflessione.
La figura a cui ti stai rivolgendo, quella appunto della coach al femminile, è sicuramente un’innovazione in ambito di coaching e business coaching (non a caso la mia Accademia Orme di Luna rappresenta uno spartiacque tra un nuovo modo di concepire questa professione ed un vecchio approccio più obsoleto, che rifiuto categoricamente per le mie allieve), e nasce proprio dall’esigenza di trovare qualcuno che possa comprendere l’universo femminile a fondo. E attenzione che, quando dico comprendere, mi riferisco a qualcosa che va al di là dell’essere donna, quanto piuttosto un mixare delle competenze e conoscenze, adeguatamente studiate e approfondite.
Insomma soffermati su:
- che tipo di formazione ha ricevuto questa coach?
- qual è il suo approccio?
- che tipo di obiettivi ti può aiutare a raggiungere?
Occhio soprattutto a scegliere una professionista preparata e che sappia bene capire e rispettare i confini della sua attività. Come ho spiegato più volte, e sto cercando di fare tanta divulgazione in questo senso anche sui social (a proposito seguimi su Instagram), noi coach non possiamo varcare certi confini, ma possiamo eventualmente affiancarci ad altri tipi di percorsi che servono alla persona. E, come dico sempre, un percorso di coaching non potrà o dovrà mai sostituire la psicoterapia.
2 Devo davvero fare esercizi pratici?
Dipende! Se la tua coach ritiene opportuno che tu debba eseguire delle prove, cambiare gradualmente abitudini e modi di fare, direi di darle fiducia, o no?! Io non ti dirò mai se la buona coach deve dare compiti/esercizi o meno, perché non ha senso, perché ogni professionista utilizza i suoi strumenti (l’importante è che lo faccia con competenza, ovvio). Questa domanda, che giuro mi fanno spesso all’inizio di un percorso di coaching o mentoring, mi fa sempre riflettere molto. Non sulla persona, ma in generale su come siamo fatti noi esseri umani.
Anche laddove sappiamo di aver un bisogno, e ci muoviamo anche perché ne afferriamo l’importanza, attuiamo piccole e grandi manovre di auto-sabotaggio. Rischiando poi, a tutti gli effetti, di compromettere un lavoro minuzioso che stiamo già facendo, di buttare all’aria tempo ed energie, ma anche di soccombere alle paure dimenticando il nostro entusiasmo.
Così si innesca un circolo vizioso: più ti limiti, più non cambierai nulla. Quando invece decidi di intraprendere il tuo viaggio con una coach al femminile, è il momento di accelerare:
- affidati alla persona che tu stessa hai scelto;
- dalle modo di dimostrare che effettivamente ti può supportare e come;
- impegnati a fondo (ci sta una fase di down eh, è fisiologica, e duna buona coach di supporterà e ti spiegherà come sfruttare anche i passaggi più difficoltosi)
- Credici sempre!
3 E se poi non dovesse funzionare?
Altra domanda scomoda, ma so che in tante ci pensate, e qualcuna riesce anche a tirare fuori questa paura. Ebbene considera sempre che il fallimento è un modo di ricominciare. Duro, forte, ma talvolta determinante.
Il coaching al femminile funziona, ma ci sono considerazioni da fare, perché tutto dipende anche da:
- il tuo atteggiamento (come detto poco fa): quanto sei disposta a metterti in gioco? Quanto a dare fiducia alla tua coach? Quanto a seguire il vostro percorso?
- situazioni esterne imprevedibili (non tutto possiamo controllare, a maggior ragione se si tratta di situazioni in cui noi non abbiamo potere decisionale, insomma cose imprevedibili).
Quindi, se non dovesse funzionare, che poi parliamone, occorre anche capire cosa si intende per funzionare o meno, quali sono le tue aspettative e come le misuri, e che qualcosa non vada come ti aspetti, non è un dramma, ma è motivo di:
- riflessione;
- nuovo approccio;
- nuovi obiettivi.
Non dimenticare che noi ci evolviamo e con noi i nostri processi mentali e anche gli obiettivi (come porsi obiettivi?), quindi potrebbe anche accadere che man mano che si vada avanti con un percorso di coaching le carte in tavola cambino. Ma ti invito a pensare a questa possibilità come occasione, non come fallimento. Fallire significa altro, e non è una cosa inutile, anzi, la crescita personale spesso arriva da lì.
4 Quanti soldi devo investire in un percorso di coaching?
Come posso quantificare a priori? Io, e come me le mie colleghe, posso darti indicazione sui prezzi dei miei servizi, ma non posso dirti io quanto devi investire in questo tipo di percorso.
Il mio consiglio è iniziare da quello che puoi fare, e poi, piano piano, e a seconda delle possibilità, andare avanti se lo riterrai opportuno. Quando vedi i soldi come ad un investimento anche sulla tua professione, fai meno fatica ad investire e a capire anche quanto e come gestire il tuo budget!
5 Quello che diciamo in consulenza resta tra noi?
Assolutamente sì! La tua coach al femminile è tenuta a rispettare la tua privacy, e ti assicuro che ogni storia resta incanalata nella sessione, ed è utile solo al fine di proseguire al meglio e con successo il tuo percorso.
Non sarebbe eticamente corretto! Questa domanda è particolare, perché pare quasi scontata, ma di tanto in tanto salta fuori, quindi meglio fare chiarezza.
Cosa chiedere alla tua coach al femminile?
Adesso che ti ho rivelato cosa di solito ci chiedono, ti invito anche a fare delle domande alla tua coach, sempre e comunque! Lei è lì per te, è un’alleata e non è giudicante.
Chi giudica non potrà mai fare questa professione, e se la farà di certo i risultati saranno scadenti. Una coach al femminile ti porta ascolto attivo, empatia, disegno sui tuoi obiettivi, arricchimento e possibilità, e prima di tutto questo confronto sempre.
Se hai dubbi parlale, se hai paure relative alle scelte che state facendo o se ti turbano dei passaggi comunica con lei, solo così il vostro rapporto risulterà realmente performante e arricchente. E credimi se ti dico che la ricchezza è avvertita reciprocamente.
Adesso dimmi, quali sono le tue domande?! Scrivimi!