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Ormai resilienza è una parola sulla bocca di tutti, quasi fino a provocare fastidio nel sentirla per l’ennesima volta, nell’ennesimo contesto. Essere resilienti è un potere troppe volte inespresso, proprio perché non ne capiamo fino in fondo le potenzialità. È pur vero che siamo tutti meravigliosamente diversi e anche la resilienza è una capacità che gestiamo in modo differente gli uni dagli altri.
Quello che ho imparato con il tempo, è che ci si può in un certo senso “allenare” per riuscire ad esserlo, sempre a modo nostro, sempre secondo le nostre modalità di funzionamento. Ecco perché ti lascio 5 spunti per alimentare questo bellissimo e importante “potere” a nostra disposizione.
Cosa vuol dire esattamente essere resilienti?
In parole povere, essere resilienti significa: possedere la capacità di adattarsi alle condizioni in cui ci si trova, anche se negative, non accettandole passivamente, ma cogliendone il meglio e non lasciando che distruggano totalmente il proprio nucleo interiore.
La capacità di essere resilienti è utile nel lavoro come nella vita privata: quante volte capitano delusioni lavorative, magari in progetti su cui puntavi moltissimo? O quanto spesso capita che un’amicizia che credevi indistruttibile finisce nel peggiore dei modi?
Per le persone ipersensibili, diventare resilienti può essere ancora più difficile, ma allo stesso tempo è una risorsa di valore inestimabile, perché può permettere di affrontare con il giusto equilibrio anche eventi che solitamente metterebbero KO!
Un tempo anch’io prendevo tutto sul personale e lasciavo che qualsiasi evento mi facesse crollare, mettendo in dubbio tutta la mia vita. Da quando ho imparato a essere resiliente, riesco a dare la giusta dimensione agli eventi e ad andare avanti nonostante le delusioni che capitano a me, come a tutte le persone.
La resilienza è l’arte di navigare sui torrenti. Un trauma sconvolge il soggetto trascinandolo in una direzione che non avrebbe seguito. Ma una volta risucchiato dai gorghi del torrente che lo portano verso una cascata, il soggetto resiliente deve ricorrere alle risorse interne impresse nella sua
memoria, deve lottare contro le rapide che lo sballottano incessantemente. A un certo punto, potrà trovare una mano tesa che gli offrirà una risorsa esterna, una relazione affettiva, un’istituzione sociale o culturale che gli permetteranno di salvarsi. La metafora sull’arte di navigare i torrent
mette in evidenza come l’acquisizione di risorse interne abbia offerto al soggetto resiliente fiducia e allegria (Boris Cyrulnik, psichiatra e psicanalista, docente all’Università di Tolone).
Essere resilienti sembra fantastico, come si fa?
Sicuramente a questo punto te lo starai chiedendo: quali sono esattamente i passaggi per diventare resilienti? Di certo non è qualcosa che capita dalla sera alla mattina! Come tutti i passaggi di crescita personale, anche questo richiede tempo e impegno, ma soprattutto una buona dose di costanza.
Se ti dai per vinta non appena ti accorgi di essere caduta in un vecchio errore, non arriverai mai al tuo obiettivo: essere resiliente e attraversare anche i momenti più difficili restando salda.
Ecco come puoi fare a diventare un po’ più resiliente anche tu.
1 Guarda la tua storia
Se senti il bisogno di qualche consiglio per affrontare i momenti difficili della tua vita senza crollare in modo plateale, probabilmente hai alle spalle qualche esperienza negativa che ti fa pensare che potrebbe succedere.
Il primo passo per essere resilienti è proprio quello di considerare gli eventi negativi come fonti di insegnamento, oltre all’ovvio bagaglio negativo che portano con sé.
Attenzione: non ti sto dicendo che se ti è accaduto qualcosa di brutto devi sentirti grata per l’insegnamento, ma che puoi comunque trarre qualcosa di utile per te.
Quando pensi alle situazioni che in passato ti hanno fatto crollare, ti ricordi come hai reagito? E quale è stato il dettaglio specifico di quell’evento che ti ha fatto reagire proprio in quel modo spropositato?
Si può diventare resilienti prima di tutto imparando a conoscersi e capendo quali sono i nostri trigger, ossia quei dettagli che per altre persone sono pressoché insignificanti, ma a noi scatenano reazioni estreme.
Nella nostra vita, tutti abbiamo vissuto momenti dolorosi, chi più chi meno (io ti racconto i miei nel mio libro, Anima Salva), e in base all’entità del trauma che questi eventi portano dietro, puoi scegliere se lavorarci su da sola o con un aiuto.
Se senti che ricordare alcuni eventi ti fa stare troppo male, rivolgiti a un professionista che possa aiutarti, come uno psicoterapeuta.
2 Usa la mappatura
Hai mai pensato che lo stesso evento potrebbe colpirti in modo diverso, in base al momento che stai attraversando?
Un passaggio importante per essere resilienti è prendere in considerazione tutti i fattori che potrebbero influire sul tuo modo di reagire a una situazione.
Sicuramente, se stai attraversando un periodo particolarmente stressante, l’ennesima batosta, personale o lavorativa, potrebbe essere ancora più difficile da affrontare.
Esistono però altri elementi che possono influenzarti: uno tra questi è la tua ciclicità ormonale e lunare.
In base alla fase che stai attraversando, infatti, la tua reazione agli eventi esterni potrebbe essere diversa.
Come fare a capire in che fase sei e come reagisci alle varie fasi? Usando la mappatura: tieni un diario in cui prendi nota della tua fase ormonale, della fase lunare e di come ti senti. Questo ti aiuterà a conoscerti meglio!
Usare la mappatura per essere resilienti è davvero utile, perché ti permette di ridimensionare l’evento, quando questo ti sembra gigantesco. Metti il caso ad esempio che tu sia particolarmente suscettibile durante la fase premestruale: sapere questo ti permette di sospendere il giudizio su un evento capitato durante quel momento del tuo ciclo, e magari ripensarci quando riuscirai a farlo in modo un po’ più analitico.
Se invece puoi scegliere il momento più adatto per affrontare una situazione difficile, per esempio un confronto con un amico o un membro del tuo team, puoi fare in modo di rimandarlo al momento in cui sarai in grado di vivere un eventuale epilogo negativo come un’occasione di crescita e non una tragedia, in modo resiliente.
3 Meditazione e contatto con te stessa
Forse pensi che essere resilienti significhi reagire in modo rapido a qualsiasi situazione, ma non è così.
Non c’è nulla di male nel fermarsi a riflettere e osservare la situazione, soprattutto per come agisce all’interno di noi, perché ci permette di comprendere meglio quali strategie e risorse possiamo mettere in atto per affrontarla.
Il terzo passo per essere resilienti, quindi, è ricaricare le batterie: affrontare un evento spiacevole nel pieno della stanchezza e dello stress non ti è utile e non ti permette di dare il meglio di te.
Per trovare il contatto con te stessa e fermarti, può esserti utile la meditazione.
Forse starai pensando alla classica meditazione yoga, ma non è necessario che sia proprio così! Certo, se ti senti a tuo agio con una pratica di questo tipo, te la consiglio con tutto il cuore.
Se invece l’idea di stare ferma a occhi chiusi ti mette in difficoltà, sappi che esistono fantastiche meditazioni in movimento, come alcune pratiche di mindfulness, e che ognuno di noi ha il suo modo di entrare in contatto con sé stesso, anche solo con una passeggiata nel bosco.
4 Una buona rete di sostegno
Chi ha detto che devi affrontare tutto da sola?
È più facile essere resilienti, quando si ha una rete di sostegno intorno a sé. Sfogarsi con un amico, chiedere consiglio alla propria coach (per questo io stessa sono sempre in supervisione), fare psicoterapia, se senti che ciò che stai affrontando richiede l’aiuto di un professionista, o anche tutte e tre queste cose possono essere la svolta.
In generale, per allenare la tua resilienza, circondati di persone che ti sostengono, con l’ascolto, un abbraccio o anche portandoti il pranzo, e allontanati da chi ti fa sentire giudicata quando le cose non vanno come ti aspettavi.
In questo modo, rialzarti sarà molto più veloce e facile.
5 Fai un passo indietro
Quando siamo dentro una situazione difficile, le sue sfide ci sembrano enormi, quasi insormontabili. Allontanarti, anche emotivamente, può permetterti di vedere tutto in maniera più oggettiva, senza forti emozioni che amplificano il tutto.
Questo non significa minimizzare un evento o le sue conseguenze, ma è un modo per dare la giusta dimensione a ciò che ti succede, un passaggio necessario per essere resilienti.
Per metterti nella giusta prospettiva, puoi prenderti una pausa da tutto, allontanandoti fisicamente se puoi (per esempio partendo per un weekend), oppure praticando un’attività che ti richiede la piena concentrazione, in modo da tornare sull’evento solo più tardi, a mente lucida.
A questo punto, potrai fare una lista delle possibili conseguenze di ciò che ti è successo, compresi gli apprendimenti che potresti ricevere, cercare e parlare con altre persone che hanno vissuto la stessa cosa e ne sono uscite vittoriose, tenere un diario delle tue sensazioni e osservare come cambiano nel tempo.
Allenarti a essere resiliente può esserti davvero utile nella vita personale e nel lavoro, soprattutto nella libera professione, che può essere piena di sfide da questo punto di vista.
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